Borse merci, Anlac: “mediatori non si sentano minacciati dalla riforma”

La nuova riforma delle borse merci, che affida un ruolo importante alle Commissioni uniche nazionali-Cun, è un baluardo necessario che garantisce più trasparenza alle relazioni contrattuali nella filiera.

Secondo l’ Anlac, le associazioni dei mediatori sbagliano a sentirsi minacciati dalla nuova riforma in corso di approvazione al Senato e probabilmente sono stati condizionati da alcune interpretazioni giornalistiche del tutto fuorvianti.

Nelle attuali Cun i mediatori sono già presenti e sono stati delegati dai trasformatori, anche se il comma 2 del nuovo provvedimento non prevede esplicitamente la categoria dei mediatori.

Del resto la loro funzione di servizio è facoltativa. Il provvedimento all’ esame del Senato, che ha già avuto l’ ok della Camera, mira invece a dare trasparenza alla valorizzazione delle merci e non al servizio di terzi, che a seconda delle filiere può essere presente oppure assente.

I dubbi avanzati dai mediatori sul progetto di riforma delle borse merci e sul cattivo funzionamento delle Cun sono pertanto destituiti di ogni fondamento.

Il Senato – conclude anlac – dia quindi il via libera all’ approvazione definitiva dell’ emendamento 6-bis inserito nel decreto agricoltura n° 51/2015, senza sorprese dell’ ultimo minuto caldeggiate da quei soggetti che sinora sono stati silenti.

Raduno associazioni per un rilancio dell’ agricoltura

Tavolo Verde Puglia organizza il giorno 20 maggio ore 17,30 presso l’ aula magna della Facolta’ di Agraria – Universita’ degli Studi di Bari, in via Amendola, un incontro per discutere sul tema: “DALLA CRISI AL RILANCIO DELL’ AGRICOLTURA”. Saranno presenti il Dott. Dario Stefàno, Coordinatore Nazionale degli Assessori all’Agricoltura, il Prof Vito Savino, preside della Facolta’ di Agraria, il Dott. Francesco Caputo, Coordinatore Assessori Provinciali di Puglia e Basilicata, Don Basilio Gavazzeni, Presidente della Fondazione Antiusura di Matera. La crisi e’ un’ occasione per scegliere, una potenziale opportunita’ di cambiamento. Il confronto tra movimenti, associazioni e istituzioni, puo’ dare impulso al cambiamento, affinche’ il ruolo dell’ agricoltura non sia marginale in una societa’ postmoderna, ma trovi la sua giusta collocazione in un mercato deregolato e non piu’ autentico. Occorre restituire nuova dignità agli agricoltori, agli allevatori e a tutta la “civiltà contadina” in virtu’ dei loro valori religiosi, morali e civili, per rimuovere gli ostacoli e favorire il loro pieno sviluppo. La domanda di attenzione al bene comune, oggi sempre piu’ inevasa, va pero’ condivisa con i consumatori, insieme ai quali decidere l’ agricoltura che vogliamo per difendere la salute, la natura, la vita, la famiglia, la cultura dei territori. Occorre insieme identificare nuove linee guida organizzative e politiche di dimensioni rilevanti, costruire una rete, ridefinire le regole del gioco e designare processi di risanamento che aiutino a prevenire e contrastare fenomeni illeciti, ricorrenti nei periodi di crisi, affermando la centralità dell’uomo e della terra.