Distorsioni interscambio, Anlac: insufficiente risposta Commissione Ue

ITNonostante gli allevatori italiani abbiano prove che i conigli francesi macellati sono venduti in Italia a metà del prezzo praticato in Francia, la Commissione europea non da risposte sui prezzi discriminanti e non indaga sul comportamento anticoncorrenziale.

Il comportamento della Francia di svendere il suo surplus di conigli macellati a metà prezzo in Italia, pari ad oltre 18 mila quintali nel 2014, è stato oggetto di una ennesima interrogazione da parte del Mep Isabella Adinolfi (Efdd). Lo dichiara Saverio De Bonis, presidente Anlac, associazione nazionale liberi allevatori di conigli.

La condotta distorsiva degli operatori francesi – evidenzia il presidente – da cui proviene il 71% delle nostre importazioni, rappresenta una pratica discriminante dei prezzi, vietata dal diritto europeo, perché altera il commercio tra Stati membri e favorisce pratiche monopolizzanti, contrarie al mercato comune.

Secondo l’ Anlac, anche se l’import dalla Francia è in aumento, esso incide appena sul 5% del nostro fabbisogno nazionale. I grossisti-importatori italiani, però, – precisa l’ associazione – utilizzano tale effetto leva unicamente per alterare illecitamente le quotazioni nel nostro mercato e favorire il controllo degli approvvigionamenti nelle mani di tre industrie mangimistiche, mediante contratti leganti (acquisto mangime – ritiro carne) altresì vietati dalle norme comunitarie, che cancellano così il libero mercato e restringono la concorrenza nel mezzogiorno, dove i consumi sono più concentrati.

Nonostante le prove documentali – prosegue – citate dall’ europarlamentare nell’ interrogazione e la richiesta di apertura di indagini da parte della Commissione antitrust europea tesa ad accertare discriminazioni contrarie al mercato comune, la risposta di Phil Hogan a nome della Commissione avvenuta in data 28 aprile 2015 è stata evasiva ed insufficiente.

Siamo molto delusi – sottolinea l’ Anlac – dalla mancanza di volontà politica da parte della Commissione Ue nel voler aprire le indagini e approfondire le condotte anticomunitarie e anticoncorrenziali di alcuni operatori francesi, che fanno da sponda ad alcuni operatori italiani.

Gli allevatori italiani – conclude – a questo punto, non esiteranno ad intraprendere azioni legali a tutela del libero mercato e delle regole europee sulla libera concorrenza.

Conigli, Anlac: doppio tonfo prezzi in Cun. Urge tassa di compensazione all’ entrata. Grave silenzio UnaItalia e Assoavi

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Allevatori italiani sotto assedio per via di importazioni strumentali tese a ricattarli, ad abbassare i prezzi sul mercato nazionale allineandoli al mercato di Milano e a fargli fare la fine dei polli.

Il doppio tonfo subito dalle quotazioni della Commissione unica nazionale – Cun conigli nella 16° e 17° settimana, con allineamenti sospetti alla borsa di Milano, che portano i valori per questa settimana ad euro 1,45/kg, pongono seri problemi al futuro del settore, per risolvere i quali si rende necessario invocare una tassa di compensazione verso i conigli importati dalla Francia. Lo dichiara Saverio De Bonis, presidente Anlac, associazione nazionale liberi allevatori di conigli.

Non si può continuare a lavorare – prosegue – con sessanta centesimi al chilo sotto il costo di produzione, senza adottare nessuna misura verso il paese da cui proviene il 71% delle nostre importazioni sottocosto.

Il comportamento della Francia di svendere il suo surplus di conigli macellati a metà prezzo in Italia non è corretto – sottolinea l’ anlac – e rappresenta una pratica discriminante dei prezzi, vietata dal diritto europeo, perché altera il commercio tra Stati membri e favorisce pratiche monopolizzanti, contrarie al mercato comune, che nessuna associazione italiana ha sinora contrastato, nemmeno le grosse associazioni di macellatori UnaItalia e Assoavi, che ne hanno titolarità.

In Francia ormai – evidenzia il presidente – l’ offerta del coniglio è disciplinata, di fatto, da una organizzazione nazionale del mercato che è pregiudizievole alla concorrenza della produzione similare italiana.

Secondo l’ Anlac, è ora che lo Stato italiano, che non ha adottato nessuna misura prevista dal piano di settore per contrastare la crisi del settore, ad eccezione della Cun, metta in atto l’ art 44 del TFUE: “Quando in uno Stato membro un prodotto è disciplinato da un’organizzazione nazionale del mercato…che sia pregiudizievole alla concorrenza di una produzione similare in un altro Stato membro, gli Stati membri applicano al prodotto in questione in provenienza dallo Stato membro ove sussista l’organizzazione…una tassa di compensazione all’entrata… La Commissione fissa l’ammontare di tali tasse nella misura necessaria a ristabilire l’equilibrio; essa può ugualmente autorizzare il ricorso ad altre misure di cui determina le condizioni e modalità.”

Occorre agire – conclude – prima che sia troppo tardi e che il tessuto produttivo italiano che opera a libero mercato venga smantellato o passi nelle mani di tre gruppi integrati, in una deriva dannosa per i consumatori e per la libera concorrenza. Gli allevatori di conigli non vogliono fare la fine dei polli.

Anlac: Cun non paritetica favorisce prezzi non concorrenziali

Gli allevatori concordano con l’ interrogazione dell’ On. Antezza, che evidenzia come da alcuni mesi la Commissione prezzi unica-Cun Conigli sia sbilanciata nella rappresentanza dei macellatori. Ciò favorisce prezzi anticoncorrenziali perché la commissione non è paritetica. Lo ha dichiarato Saverio De Bonis, presidente dell’ Anlac, associazione nazionale liberi allevatori.

Dalla interrogazione, infatti, – prosegue l’ anlac – si apprende che un consorzio di macellatori del nord avrebbe inviato un documento scritto del 3 dicembre 2014, dopo aver approvato il Protocollo istitutivo della Commissione unica nazionale, con il quale si invitavano «tutte le Associazioni di Parte Macellatori, a sospendere con decorrenza immediata l’attività dei propri Commissari all’interno della Commissione unica nazionale conigli a favore dell’immediato ripristino della Commissione cunicola della Borsa merci di Verona», in chiaro contrasto con il piano d’interventi per il settore cunicolo, con le risoluzioni parlamentari e con i pareri dell’Antitrust.

L’ interrogazione – aggiunge il presidente – evidenzia altresì che, a seguito di quel documento e della fuoriuscita dalla Commissione di alcuni macellatori, non si è ancora provveduto a rimpiazzare i posti vuoti nonostante le richieste pervenute al Ministero da parte del “Comitato macellatori riuniti del Mezzogiorno”, che da diversi anni sollecita una sua presenza in Commissione unica nazionale auspicabile ai fini di un riequilibrio della rappresentanza territoriale dei macellatori.

L’ Anlac – conclude – prende atto delle richieste di partecipazione di altri macellatori e non vorrebbe che il corretto svolgimento del processo concorrenziale fosse ostacolato da discriminazioni verso il loro ingresso auspicabile, peraltro, anche ai fini di una commissione paritetica, che possa così osservare una rotazione effettiva delle presenze tra i macellatori, ai sensi dell’ art 3 del regolamento Cun vigente, ed evitare che a trattare il prezzo siano solo due aziende di macellazione.

Conigli, Anlac: bene interrogazione Antezza

FOTO MARIA

Gli interroganti chiedono a Martina e Guidi la decadenza dei commissari incompatibili in Cun, i motivi che hanno impedito la chiusura delle borse merci locali di Verona, Treviso e Milano, e lo stop a derive monopolizzanti restrittive della concorrenza che stanno distruggendo il comparto nel centro-sud proprio dove sono maggiormente concentrati i consumi

L’ Anlac saluta con favore l’ interrogazione dell’ on Antezza (PD) al Governo sulla necessità di prevedere forme di decadenza automatica dal ruolo di Commissario CUN in assenza di specifica attestazione di compatibilità con le norme a tutela della concorrenza. Ciò si rende necessario per aumentare il grado di neutralità della Cun ed evitare che vi siano al suo interno figure ibride, in conflitto d’interesse, legate da rapporti commerciali condizionanti (acquisto mangime – ritiro carne), vietati dal diritto europeo e nazionale. Lo ha dichiarato Saverio De Bonis, presidente Anlac, associazione nazionale liberi allevatori di conigli.

E’ da anni che l’ anlac denuncia questo problema. Sinora – aggiunge l’ associazione – molti commissari pur non avendo piena libertà commerciale, hanno continuato a partecipare alle sedute della commissione, alterando spesso gli esiti delle trattative, perché subalterni alla volontà dei mangimisti/macellatori. Altri ancora si candidano a voler entrare dalla parte sbagliata, equivocando addirittura il proprio ruolo.

L’ interrogazione – prosegue – firmata anche da Taricco, Mongiello e Terrosi, conferma un consumo di carni di coniglio sostanzialmente stabile nel tempo e una scarsa propensione dei più grandi macellatori ad esportare, alla base del deterioramento del saldo commerciale e della speculazione sui prezzi. Gli interroganti, inoltre, chiedono al Ministro dello sviluppo economico e al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, quali iniziative intendano assumere, anche sotto il profilo normativo, per giungere alla definitiva chiusura delle borse merci locali, che svolgono purtroppo un ruolo improprio ed anticoncorrenziale teso a favorire abbassamenti di prezzo sottocosto in presenza di una regolamentazione del mercato che vede nella Cun la condivisione di tutti gli operatori del settore.

Alcune borse merci (Verona, Treviso e Milano) – aggiunge il presidente dell’Anlac – continuano ad ignorare l’esistenza dei pareri dell’ antitrust e del Parlamento, nonostante la nostra associazione abbia inviato una lettera aperta ai segretari generali dei rispettivi enti camerali. In alcune commissioni delle predette borse merci, addirittura, non vi sono nemmeno gli allevatori ed i prezzi vengono fissati unilateralmente.

L’Autorità garante per la concorrenza e il mercato – rileva l’associazione – ha dovuto prendere atto che la coesistenza a tutt’oggi di diverse piazze fisiche locali, appare un ostacolo al corretto svolgimento del processo concorrenziale. Le modalità di gestione delle borse locali facilitano, infatti, il coordinamento tra gli industriali specie quando un settore è caratterizzato da un assetto stabilmente oligopolistico e da un elevato potere contrattuale nei confronti dei produttori di materia prima, come accade ormai non solo nelle carni cunicole.

L’ interrogazione – conclude – chiede anche un maggior equilibrio nella rappresentanza territoriale dei macelli dentro la CUN, che vede praticamente esclusi tutti quelli del centro-sud. Infine, l’interrogazione pone il problema inquietante della restrizione degli spazi concorrenziali e dell’ impossibilità di accesso al mercato in condizioni di parità per gli allevatori del mezzogiorno dove la restrizione è ormai così accentuata, grazie anche alla mancata attuazione di tutte le misure del Piano di settore, e presenta effetti negativi per il benessere dei consumatori, che non hanno possibilità di scegliere un prodotto fresco locale proprio laddove sono maggiormente concentrati i consumi e sono così costretti a mangiare conigli di dubbia provenienza.

Anlac: deliranti e patetiche le proposte Brambilla.

Per il Presidente De Bonis (Anlac), chiedere il carcere per chi mangia conigli o per chi li alleva è illiberale. Preoccupati per l’ assordante silenzio del Ministro Martina

arresto-per-chi-mangia-il-coniglioanlac-brambilla-delirante-video_e45b7978-d84b-11e4-8b58-4f805403cc81_998_397_big_story_detailE’ improbabile che il maggior paese produttore e consumatore  di coniglio in Europa possa rinunciare per decreto al consumo di carne cunicola, solo perché la Brambilla è alla ricerca di notorietà per il suo integralismo illiberale. Lo ha dichiarato Saverio De Bonis, presidente Anlac, associazione nazionale liberi allevatori di conigli.

E’ assurdo, infatti, – spiega il presidente – chiedere il carcere per chi mangia conigli o per chi li alleva e per tutti coloro che sono dediti ad un’attività che detiene una leadership in ambito europeo.

Per contrastare – prosegue – quella che sembra quasi un’ azione di boicottaggio delle carni cunicole, che non rende onore ad un deputato della Repubblica italiana, calpesta i diritti costituzionali degli allevatori e dei consumatori e presenta probabili violazioni sotto il profilo penale, sarebbe auspicabile l’intervento del Ministro Martina a difesa dell’intera filiera anche attraverso una campagna: “Buy meat rabbit”, che esalti il valore della carne cunicola, i benefici per i consumatori italiani e depotenzi le dichiarazioni strumentali della Brambilla che tentano da circa un mese di fare eco nei media.

Infatti – aggiunge – spacciarsi vegetariani e combattere il consumo di carne per vendere il pesce, non è il massimo della coerenza. E la borghese Brambilla, con la sua verve patetica, purtroppo, fa l’animalista radical-chic che si arricchisce commercializzando pesce.

Se però – evidenzia il presidente anlac – il deputato Brambilla continuerà a divulgare le sue idee, danneggiando l’economia pubblica, la nostra associazione, nonostante la sua immunità parlamentare, sarà costretta a presentare degli esposti in procura a tutela degli allevatori e dei consumatori. Secondo l’ art 507 c.p. “chiunque, valendosi della forza e autorità di partiti, induce a non acquistare gli altrui prodotti agricoli o industriali, è punito con la reclusione fino a tre anni”.

Noi, nel frattempo, – conclude – insieme ai consumatori italiani, continueremo a goderci il nostro coniglio a Pasqua, per la gioia del nostro cuore e del nostro palato, senza che nessuno ci potrà arrestare, invitando Toti e Berlusconi a rinnovare la casa togliendo la vernice vecchia che non è riuscita a risvegliare gli entusiasmi del popolo delle partite Iva.